venerdì 6 aprile 2012

Tre anni dopo: la realtà dell’Aquila brucia


Se potessi ti darei il bacio della buonanotte…sono passati tre anni ormai da quel giorno e niente è cambiato…nessun dottore è riuscito a curarti. Attraversare le tue strade solitarie alla sera è come morire per un momento, per poi rivivere quando incontro qualche concittadino.
È difficile accettare di vederti ancora ridotta in questo stato di abbandono. Dalle macerie al degrado, dalla distruzione all’incompiutezza. Siamo passati attraverso il dolore, la rabbia, la speranza e poi ancora il coraggio, la disperazione, la noia!
È incredibile quanta commozione provoca nell’animo la vista delle foto dei miei coetanei che ci hanno lasciato quella notte assassina. Incontri gli sguardi gelidi dei loro genitori, dei loro familiari, rischiarati solo dalla fiammella di una candela o dal fuoco di una fiaccola. In un attimo i pensieri si affogano nella tua testa, le immagini corrono veloci. Cerchi di mettere un freno a questa giostra e guardi davanti: ferri, gabbie di acciaio che azzittiscono l’intera città. Eppure anche lei vorrebbe parlare, ci chiederebbe di aiutarla, di farla vivere davvero. Non si può neanche guardare il palazzo che ti sta davanti….allora guardi al cielo, alle stelle che fanno capolino tra le nuvole, quelle nuvole che solo qualche ora prima hanno bagnato l’intera città con chicchi di grandine duri come le pietre delle nostre case.
Tre anni sono trascorsi da quella prima mattina, inizio della non-vita di L’Aquila e dei suoi abitanti. Ricordo bene quelle prime ore: beffardo il sole era salito in cielo a rischiarare la fuliggine, la polvere delle strade si era seccata subito, riscaldava dopo una notte di freddo. Ma dentro non c’era spazio a questo calore.
Sono passati tre anni e ancora in alcune case del centro ci sono i panni stesi al balcone quella Domenica delle Palme. Stanno lì, in attesa di asciugarsi.
Libero, a volte vorrei essere libero di pensare che L’Aquila fosse ricostruita, che quella “puzza di terremoto” che sento quando giro l’angolo in Via Navelli o mi avvicino a Palazzo Quinzi fosse solo il frutto della mia immaginazione…invece no!
No, la realtà è qui e brucia per farci sentire che L’Aquila può vivere ancora. Il meglio che possiamo fare e darti la mano e portarti con noi.

3 commenti:

  1. sei un buffone sofista e retorico. sicuramente a queste elezioni sarai uno di quelli che darà il suo voto nella speranza di avere qualcosa indietro. fariseo.
    sciacquati la bocca prima di venire a parlare della mia città.

    RispondiElimina
  2. Alessandro7/4/12 10:05

    Magari sei tu un buffone che metti un commento del genere, stolto e fuori luogo, su un pezzo fatto solo di sentimenti. Certo, tu non ti poni il problema di a chi dare il voto, perchè certamente uno che scrive cose come te, già stà dentro uno cricca. Almeno metti il nome anzichè scrivere anonimo!

    RispondiElimina
  3. Federica7/4/12 15:25

    Grande Alessandro! Conosco chi ha scritto questo post e sò per certo che mai voterebbe qualcuno per comodità, perchè non ha bisogno di nulla!

    RispondiElimina